Il Carnevale ha origini cattoliche, in cui la figura dell’ homo ludens una volta l’anno va in giro per la città e la sovverte, così come accadeva durante le feste rituali più antiche – i Saturnali della Roma antica o le feste dionisiache del periodo classico greco. Il paradosso però è che i paesi cattolici che hanno abbracciato e diffuso il Carnevale, lo stanno ora abbandonando. Forse perchè il Carnevale esce dal collettivo che, esprimendosi, si fa atto politico. Il linguaggio performativo infatti è il linguaggio del popolo: se vuoi capire un popolo, devi vederlo in piazza. Durante il Carnevale è lecito lasciarsi andare, liberarsi da obblighi e impegni, per dedicarsi allo scherzo e al gioco. Inoltre mascherarsi confonde il ricco e il povero, annullando temporaneamente le differenze sociali. Una volta terminate le feste, il rigore e l’ordine tornavano a dettare legge nella società. Non ci stupisce quindi se l’antico detto latino associato al Carnevale sia “semel in anno licet insanire” , ovvero: “una volta l’anno è lecito impazzire”. ExpoCarnival, nella sua edizione 2020, vuole aprire la città e riportare il Carnevale nelle piazze e nelle strade, per una festa che sia fatta da e per la #comunità.
“In un cerchio, tutti i punti della circonferenza hanno la stessa distanza dal centro.” Quali saranno le #parolechiave di #ExpoCarni